Debora Pagano: “con Donna Titanio trasformo il dolore in forza”
Debora Pagano ha pubblicato il nuovo singolo “Donna Titanio”, un brano energico che trasforma il dolore in forza. La canzone è stata scritta dalla Debora Pagano, è prodotta da Gotham Dischi e distribuita da Artist First. Noi di Punto a Capo l’abbiamo incontrata. Ecco cosa ci ha raccontato Debora Pagano nella nostra intervista.
Partiamo da “Donna Titanio”… da dove nasce?
Donna Titanio nasce da me, dalla mia storia e dalla voglia di dimostrare e raccontare un vissuto doloroso e una trasformazione fisica e mentale. Nasce da anni di sofferenze e dolori alla schiena che come una reazione a catena ha causato altri dolori e altri disagi; tra cui quello dell’accettazione di me e dei miei difetti oltre che della mia salute. Nasce dall’esigenza di comunicare che un disagio e un dolore possono diventare una forza. Voglio comunicare che un problema per essere risolto va affrontato e condiviso.
Nella canzone parli di un argomento molto importante e delicato allo stesso tempo, quanto è importante fare luce su questi temi anche attraverso la musica? Pensi che al giorno d’oggi se ne parli ancora troppo poco?
Secondo me è fondamentale ritrovare nella musica dei vissuti e delle esperienze che vadano a includere qualsiasi tipo di condizione e di situazione. Positiva o negativa, nel bene e nel male. In questa canzone io mi sono anche molto limitata poiché il mondo musicale di oggi pare più aperto a parolacce e volgarità. A volte risulta un tabù parlare di temi così delicati o si cade nel vittimismo. Ho cercato di trasmettere un messaggio che potesse inglobare più situazioni usando come linguaggio ed esperienza quella vissuta da me, la mia metamorfosi e la mia sofferenza senza scendere in dettagli pietosi o troppo espliciti. La mia speranza è di dar forza a chi se ne vergogna e di far interessare al tema chi non lo conosce.
Dal punto di vista prettamente musicale spiegaci le scelte sonore invece… brano intimo, riflessivo ma dalla grande forza dal punto di vista del sound…
I suoni sono per me fondamentali nella comunicazione, dal suono stesso della voce ad ogni effetto o strumento. Il mondo è fatto di suoni e ogni suono trasmette qualcosa. Questi vogliono essere in parte aggressivi e in parte industriali perché in un certo senso io ora sono come un ingranaggio di viti, bulloni e barre in titanio. Quindi era necessario inserirli per trasformarmi in una macchina, ma non da guerra, una macchina di comunicazione. I synth più aggressivi sono invece la mia passione poiché fanno parte del mio background artistico così come lo sono gli archi o i rimandi più orchestrali. Tra tutti spicca solo per un attimo uno strumento insolito e inusuale che è il Theremin che in questo caso ha un ruolo apparentemente marginale ma che io ritengo protagonista, voglio vibrare con tutto il mio titanio e guidare l’ascoltatore verso sonorità poco esplorate.
Regalaci un tuo identikit musicale… Chi è l’artista Debora Pagano?
Sono una cantautrice e una sound designer, sono estrosa e un po’ folle ma molto precisa e determinata. Sono fatta di emozioni e di suoni ma anche di colori e arti figurative. Vivo nel mio mondo ma ho i piedi ben saldati a terra. Amo il clavicembalo e la musica classica ma non posso fare a meno dei sintetizzatori e dell’elettronica. Sono una contraddizione ma coerente.
Nella tua carriera troviamo molte esperienze importanti:il rifacimento teatrale di ‘Arancia Meccanica’, Lo spring camp al CET di Mogol, la Masterclass in Musica e Sound Design tenuta da Morgan e Raffaele Stefani solo per citarne alcune… Tra tutte qual è quella che ricordi con particolare affetto?
Questo effettivamente è un super riassunto di tante esperienze! Sicuramente assistere al rifacimento teatrale di Arancia Meccanica al teatro Bellini di Napoli è stato meraviglioso. Avevo appena compiuto 18 anni e andavo tutti i giorni di notte nei vicoli storici con la macchina da neopatentata per seguire le prove fino a tardi. La masterclass invece a Trezzo d’adda in musica e Sound Design è stata splendida perché è stata totalmente immersiva. Contemporaneamente stavo concludendo l’ultimo anno allo IED di roma per laurearmi appunto in Sound Design. Una grande faticata ma riuscii a conciliare il tutto nonostante la stanchezza. Anche cantare con Andy dei Bluvertigo in diverse occasioni è stata un’esperienza molto emozionante, condividere il palco con i propri ‘idoli’ e maestri non ha pari. Ma anche pubblicare il mio primo libro raccolta di testi è stato molto emozionante, leggere la prefazione di Francesco Gazzè mi sembrava surreale.
C’è un artista al quale sei particolarmente legata, o magari, che ti ha dato un insegnamento speciale?
Ce ne sono molti. Da Bach e Beethoven per la musica classica, a Michael Jackson, Elton John, Tokio Hotel, Depeche Mode, David Bowie, Fabrizio de André, Battiato, Daniele Silvestri, Lucio Dalla, Giuni Russo, Luigi Tenco… E poi più attuali come Francesco Gabbani o Antonio Maggio, Willie Peyote, i Maneskin. Un posto speciale nel mio cuore è sempre riservato ai Bluvertigo e a Morgan. Sembravano idoli distanti e apparentemente irraggiungibili ma fortunatamente non sono stati irraggiungibili. Sono stati i miei maestri e la mia guida fino ad oggi e la fortuna di poterli chiamare colleghi, mentori e amici non potrà mai avere paragoni. Morgan ancora oggi continua a darmi insegnamenti speciali e a mettermi alla prova nella musica e nello studio oltre che nell’unicità della comunicazione e della creatività.
Un consiglio o una critica che ti ha segnato maggiormente?
Anche qui ho avuto la fortuna di riceverne tanti da persone che stimo molto. Quello che tengo sempre a mente è quello di non piegarmi ai meccanismi e non scendere a compromessi. Io sono questa nel bene e nel male e voglio essere onesta nel mio modo di essere e nella mia musica, altrimenti non avrebbe senso farla. Nulla si raggiunge senza studio, impegno, determinazione, fatica e creatività.
Sei Cantautrice, Sound Designer, Illustratrice, come fai a conciliare tutto?
Tutte le arti sono connesse e talmente ampie da abbracciarsi e non escludersi vicendevolmente. Non è complesso conciliare tutto quando nasce da un’esigenza. A volte mi sento guidata nello scrivere una nuova canzone o nel disegnare e dipingere qualcosa, ho sempre amato tenere unite queste due parti di me. La fluidità e l’apparente intangibile della musica o della creazione di un suono dal ‘silenzio’ con l’immagine e la rappresentazione di un immaginario stesso che a volte può risultare più immediato.
Tre canzoni che non possono mancare nella playlist di Debora Pagano?
Difficilissimo… quasi impossibile… diciamo per citare tre pilastri e maestri per me: Altrove di Morgan, Zero dei Bluvertigo, Rocket Man di Elton John.
Donna Titanio fa parte di un progetto più ampio? Seguirà un ep?
L’ep o disco vero e proprio è in realtà in lavorazione da quasi due anni, potrei dire di avere due dischi abbondantemente pronti, ma ad oggi per un ‘emergente’ non è così semplice, bisogna sempre trovare il momento giusto, i giusti riferimenti… Non sento che il momento sia propizio per pubblicare un primo disco quando il sistema musica e il mondo dello spettacolo sono così in crisi e anche artisti più affermati hanno difficoltà a fare live e pubblicare album, spero in una congiunzione astrale che possa dar luce a tutto, ma intanto non mancheranno nuovi singoli e progetti di altro genere.